In cosa consiste e che cos’è la terapia peridurale?
Con Terapia Peridurale si intende la somministrazione di farmaci (cortisonici e anestetici locali) per via epidurale direttamente a livello della radice nervosa sensitiva interessata dal processo patologico.
Con questa metodica il farmaco agisce localmente sulla zona interessata dal dolore, ottenendo così una maggiore efficacia della procedura.
Quando è indicato il suo utilizzo?
Il suo utilizzo è indicato in pazienti che presentano radicolopatia cervico-dorso-lombare di tipo infiammatorio causata da un’ernia o dall’artrosi vertebrale.

Come avviene la procedura?
La procedura peridurale può essere programmata in anticipo o decisa dal medico al momento della visita in casi estremamente urgenti: in questo caso il paziente viene debitamente informato sulla metodica, i vantaggi e i rischi connessi alla stessa e nel caso accetti di esservi sottoposto firmerà insieme al medico il consenso informato.
Devono inoltre essere disponibili esami ematici per il controllo della buona capacità coagulativa del sangue ed il paziente non deve assumere farmaci che alterino tale coagulabilità.
La procedura verrà eseguita in sterilità, garantendo un accesso venoso, il monitoraggio della frequenza cardiaca e della saturazione dell’ossigeno.
Il paziente viene posizionato seduto sul lettino con i piedi appoggiati su uno sgabello o sul fianco e l’infermiere fa in modo che si curvi in avanti tenendolo per le spalle.
Il piegamento ha lo scopo di far aprire gli spazi vertebrali per facilitare l’introduzione dell’ago da parte del medico operatore.
A questo punto, determinato lo spazio intervertebrale voluto, previa iniezione di anestetico locale, si posiziona l’ago e, individuato lo spazio peridurale, si inietta la soluzione di cortisone e anestetico locale.
La peculiarità di questa metodica, rispetto all’infiltrazione perinervosa, è che passando all’interno della colonna vertebrale il farmaco può essere posizionato in modo più preciso tra l’ernia e la radice.
Cosa avviene dopo la procedura?
Al termine della metodica, il paziente viene fatto sdraiare sul fianco soggetto a dolore per 20 minuti; una volta riscontrata la mancanza di reazioni avverse, il paziente può lasciare la struttura dopo ulteriori 30 minuti.
Considerando che viene a volte riscontrata la presenza di formicolii e di pesantezza agli arti in seguito alla procedura, si consiglia al paziente di evitare di mettersi alla guida e di chiedere quindi supporto ad un familiare o ad un amico.