La spondilolisi è una condizione rappresentata da un’interruzione di continuità, unilaterale o bilaterale, nella regione dell’istmo vertebrale ed è comunemente associato al risultato di traumi ripetuti in uno scheletro immaturo di un individuo geneticamente suscettibile.
La diffusione di questa condizione va dal 4% nei bambini di 6 anni fino al 6% all’età di 14 anni.
Spesso viene diagnosticata molto più tardi negli adulti, in modo del tutto casuale, come vedremo dopo.
La spondilolisi di solito è asintomatica, ma circa il 10% degli individui affetti presenta sintomi che possono includere la lombalgia, comunemente chiamata mal di schiena, che è esacerbata dall’attività fisica o dall’iperestensione lombare e può o non può essere associato a una componente radicolare.

Spondilolisi e Spondilolistesi: quale differenza?
La spondilolisi rappresenta quindi una discontinuità dell’arco vertebrale, nel suo istmo. Questa di solito è unilaterale, ossia presente solo da una parte dell’istmo vertebrale. Se questa interruzione si manifesta a livello bilaterale può presentarsi uno “scivolamento” della vertebra, che viene inquadrato come spondilolistesi, che può essere anteriore o posteriore.
Nella maggior parte dei casi lo scivolamento è minimo e quindi non preoccupante per la condizione del paziente.
Spondilolisi: sintomi
Dobbiamo inizialmente tranquillizzarvi poichè circa l’80% delle persone con spondilolisi istmica non ha sintomi. Infatti, molto spesso, questa condizione viene diagnosticata in modo del tutto casuale con test diagnostici in assenza di qualsiasi sintomo riportato dal paziente.
Tra i sintomi percepiti e riportati dai pazienti, il più importante è sicuramente la lombalgia. Il dolore alla schiena è spesso di intensità lieve e può irradiarsi ai glutei e/o alle cosce prossimali.
In alcuni casi, ci sono restrizioni nell’ampiezza dei movimenti lombari, presenza di rigidità e spasmo dei muscoli paraspinali.
La comparsa di sintomi neurologici come “intorpidimento” o “formicolio” è invece estremamente rara: in questi casi, un consulto medico è necessario per identificare altre possibili cause. Inoltre, il dolore della spondilolisi raramente si presenta quando si è seduti, così come quando si è sdraiati.
Spondilolisi: terapia
La maggior parte dei pazienti con spondilolisi, compresi gli atleti, possono essere gestiti attraverso un trattamento conservativo, il che vuol dire che non hanno bisogno di un intervento chirurgico.
La maggior parte dei pazienti sono infatti asintomatici e spesso la presenza di spondilolisi viene riscontrata casualmente attraverso una radiografia, spesso fatta per altre cause.
Non solo, ma la maggior parte dei pazienti possono mantenere il loro attuale livello di attività fisica senza alcuna restrizione nelle attività quotidiane e nello sport, anzi, nonostante sia sempre necessario fare riferimento ad un professionista competente, l’attività è altamente consigliata nel mantenimento dello stato di fitness generale.
In alcuni casi può essere utile seguire un programma di esercizi che possano reclutare in modo specifico gli stabilizzatori della colonna vertebrale attraverso un protocollo che preveda l’applicazione di sovraccarichi progressivi.
Sarà il vostro fisioterapista di riferimento a darvi maggiori indicazioni in merito su quali siano i migliori esercizi per voi!

Con il trattamento conservativo è emerso dagli studi che il 75% degli adolescenti è migliorato, anche se è stata riscontrato come i difetti unilaterali abbiamo maggiori probabilità di guarire rispetto ai difetti bilaterali.
Nei casi di spondilolisi con spondilolistesi concomitante è improbabile che i difetti ossei guariscano, ma l’attuazione degli stessi principi di trattamento conservativo determina tipicamente una riduzione massiccia della sintomatologia dei pazienti e un ritorno al loro precedente livello di attività.
Non solo, un recente studio non ha riscontrato differenze negli esiti clinici tra pazienti con spondilolistesi tra quelli trattati in modo conservativo con quelli trattati chirurgicamente, il che è clinicamente significativo considerando il costo e le potenziali complicanze associate ai trattamenti chirurgici.
Inoltre, attualmente non ci sono prove cliniche a favore del rinforzo spinale nella prevenzione dello slittamento vertebrale tra i pazienti con spondilolisi e spondilolistesi.
L’intervento chirurgico è giustificato solo se il paziente non ha trovato giovamento dopo un trattamento conservativo di almeno 6 mesi o se presenta sintomi neurologici progressivi con anestesia della sella, disfunzione intestinale/vescicale, dolore refrattario o sviluppa spondilolistesi di grado 3 o superiore.
I trattamenti chirurgici più comunemente eseguiti della spondilolisi comprendono una riparazione diretta del difetto nella pars interarticularis a livelli da L1 a L4 e una fusione inter-trasversa per difetti a livello L5.

La prognosi nei pazienti con spondilolisi è generalmente eccellente. Gli individui asintomatici non richiedono trattamenti specifici o modifiche alle attività della vita quotidiana o alle attività atletiche.
Anche i pazienti che si presentano con spondilolisi sintomatica hanno solitamente una prognosi molto favorevole, come descritto da un recente studio che ha dimostrato come il 92% degli atleti adolescenti sia stato in grado di tornare alle competizioni dopo un trattamento conservativo e il 90% delle volte quando gestito, invece, chirurgicamente.
Gestione della spondilolistesi
La soluzione sicuramente più indicata per la spondilolistesi è affidarsi ad un team interprofessionale che può includere:
- Fisioterapista
- Medico ortopedico
Vista la prognosi positiva può essere indicato affidarsi ad un fisioterapista competente che, in accordo con il medico, accompagnerà il paziente verso un percorso di trattamento conservativo che permette di ridurre la presenza di dolore, se presente, e migliorare le attività di vita quotidiana.