Patologie

Curare le principali patologie dolorose

Curare il dolore come una malattia

Maggiori informazioni sul dolore malattia

L’esperienza del dolore è qualcosa che tutti abbiamo provato sulla nostra pelle.
Seppur vissuto dalla persona in modo del tutto negativo, il dolore svolge un ruolo importantissimo di difesa, in quanto rappresenta il mezzo attraverso il quale il nostro organismo segnala un danno.

Nella maggior parte dei casi il dolore è quindi un “sintomo”.

Ci sono però situazioni in cui il dolore smette di svolgere la sua funzione protettiva e diventa esso stesso “malattia”, in quanto il suo persistere dipende da un malfunzionamento del nostro sistema di percezione.
Questo dolore viene definito “cronico”, intendendo non tanto una persistenza del sintomo sul lungo periodo, ma soprattutto una modificazione dell’organizzazione del sistema nervoso della persona che ne è affetta.

Ecco che a questo punto il dolore diventa parte del quotidiano e si ripercuote su tutti gli aspetti della vita: il paziente con malattia dolore vede completamente stravolta la sua percezione del mondo, le sue abitudini quotidiane, le attività lavorative, la vita relazionale e sociale sua e dei propri familiari.

Pertanto il dolore-malattia è da considerarsi una malattia invalidante a tutti gli effetti, con importanti ripercussioni sanitarie, sociali ed economiche.

Il “termometro” del dolore

Il dolore è una percezione estremamente soggettiva: infatti la soglia del dolore è diversa in ognuno di noi; l’International Association for the Study of Pain, (IASP) ha definito il dolore come “una spiacevole esperienza sensoriale ed emotiva associata ad un danno tissutale attuale o potenziale ” riconoscendo dunque l’importanza delle modificazioni conseguenti al danno tissutale ma anche dell’interpretazione personale di quanto il danno è lesivo.

La soggettività del dolore non dipende solo dall’avere differenti “soglie” di tolleranza, ma anche dalle molteplici modalità in cui il dolore può agire sulla vita quotidiana: creando difficoltà nell’attività lavorativa o abituale, limitando la partecipazione ad attività sociali ma anche impedendo le regolari ore di riposo notturno oppure i comuni movimenti che sono necessari nella cura di sé (vestirsi, lavarsi, pettinarsi, etc.); questo disagio fisico può nel tempo determinare la tendenza ad isolarsi dagli altri e causare la comparsa di sintomi di disagio psicologico, come ansia e depressione.

Esiste quindi un indicatore del dolore che serve a comunicare il sintomo, ma questo “termometro” non è sufficiente al fine di compiere una diagnosi individualizzata e poter controllare nel tempo gli esiti terapeutici.

Per questo è necessaria la collaborazione del paziente nel descrivere la sua personale esperienza di dolore, attraverso questionari che richiedono informazioni sul tipo e l’intensità del dolore su quanto esso limiti le attività quotidiane o chiedendo di dare “un voto” al dolore in diversi momenti della giornata.

La misurazione del dolore attraverso questi questionari e la disponibilità dei nostri pazienti nel compilarli, ci permettono ora di comunicare dati incoraggianti sulla possibilità di contrastare la malattia dolore.