Quando si parla di malattia dolore e dolore cronico, una delle aree molto spesso colpite risulta essere la zona cranio facciale.
Al di là delle possibili e differenti terapie, che in un ambito tanto complesso possono includere molteplici discipline, il punto da cui partire per fare chiarezza è il termine generico “mal di testa”.
Genericamente con “mal di testa” (Cefalea, in linguaggio medico) si intendono tutte le patologie dolorose riguardanti la zona cranio-facciale. Tuttavia, è possibile fare una prima classificazione tra le cefalee primarie, che non sono sintomo di una patologia sottostante, e secondarie, che dipendono da una causa specifica la cui rimozione porta alla scomparsa dei sintomi.
Nell’ambito delle cefalee primarie, individuiamo principalmente tre diverse tipologie, classificate in base ai diversi sintomi e alla localizzazione degli stessi: Emicrania, Cefalea a grappolo e Cefalea muscolo-tensiva.
In questo spazio cerchiamo di far luce sulla prima cefalea primaria: l’emicrania.

Cos’è l’emicrania?
Si tratta di una cefalea accompagnata da dolore pulsante, la cui intensità può variare da moderata a severa.
Per quanto concerne la localizzazione, nonostante l’etimologia sia –emi- ‘metà’ e –kraníon- ‘cranio’, non sempre essa è concentrata in un solo lato del capo, ma può interessare un’area maggiore.
La sua incidenza risulta maggiore nei paesi industrializzati e compare con maggiore frequenza nelle donne in età compresa tra i venti e i quaranta anni, dati questi che sembrano indicare lo stile di vita come ruolo portante nella genesi della patologia.
L’emicrania, inoltre, può essere con aura, quando il dolore viene preceduto da fenomeni visivi luminosi temporanei (lampi, flash, puntini, etc.) per una durata compresa tra 5 e 60 minuti, la cui frequenza e manifestazione sono molto variabili, e senza aura.
Sintomi e Cause
Nonostante la sintomatologia risulti essere piuttosto variabile, è possibile definire alcuni dei sintomi più frequenti: maggiore sensibilità alla luce (fotofobia), al rumore (fonofobia) e agli odori (osmofobia), ma anche nausea, vomito, vertigini e stato di confusione. Nell’età adulta la durata è molto variabile, in quanto un attacco può andare dalle 4 alle 72 ore.
Ad oggi le cause non sono ancora state accertate ma, entrando nello specifico, è possibile che il disturbo dipenda da un’alterata attivazione dei neuroni cerebrali, che potrebbe comportare una variazione del flusso ematico e il rilascio di sostanze infiammatorie, con conseguente generazione di dolore.
Conseguenze e cure
Si tratta di una patologia la cui diagnosi è possibile già dopo cinque attacchi, considerando caratteristiche, sintomi e localizzazione tipiche.
Per quanto riguarda la prognosi, l’emicrania non riduce le aspettative di vita di un paziente, ma può sicuramente abbassarne la qualità di vita fino a risultare invalidante.
Questo accade quando diventa cronica, oppure progredisce in forme di cefalee che non rispondono ai normali trattamenti.
Anche per questi motivi, oltre al dolore, è necessaria una puntuale e corretta diagnosi per impostare una terapia efficace.
Per quanto riguarda la terapia, è possibile curare con farmaci specifici il singolo attacco, in modo personalizzato, considerando il paziente e le sue specifiche caratteristiche.
Nell’equipe di Medicina del Dolore l’emicrania, quando necessario, viene gestita in maniera interdisciplinare, chiamando in causa innanzi tutto il neurologo del gruppo, il Dott. Simone Vigneri.