Che tipo di intervento chirurgico si può effettuare
in caso di ernia discale?
Oggi parliamo dell’ernia di tipo discale che consiste in una “fuoriuscita” di materiale dal disco intervertebrale.
Si è visto come nella maggior parte dei casi il dolore si risolva spontaneamente, con la disidratazione della parte “fuoriuscita” e una conseguente minore compressione sulle strutture nervose.

Tuttavia, qualora non avvenga questo decorso naturale e il dolore non diminuisca, si procede inizialmente con una terapia farmacologia e infiltrativa, in modo da agire direttamente sull’infiammazione, parallelamente ad una riabilitazione studiata in modo specifico sul paziente.
Nell’eventualità in cui la terapia non sia in grado di controllare il dolore o ci siano dei deficit neurologici, si prende in considerazione un intervento chirurgico, che può essere effettuato da neurochirurghi e ortopedici.
In questo caso, l’intervento più frequente è la discectomia, che rappresenta la pura asportazione dell’ernia e di parte del disco.
Stiamo parlando di una tecnica microchirurgica, mini invasiva, che si effettua in anestesia generale e consente di riprendere le attività quotidiane molto velocemente.
Tra le tecniche mini invasive, le tecniche endoscopiche richiedono invece dei tempi di degenza più lunghi e permettono un ritorno alla quotidianità in circa 2/3 settimane.
Infine, in casi estremamente selezionati, gli specialisti possono decidere di posizionare dei sistemi di stabilizzazione vertebrale, come ad esempio viti e barre in titanio, per prevenire instabilità vertebrali successive alla procedura chirurgica.