FAQ medicina del dolore
Si distingue il “dolore-sintomo” che è quella forma di dolore presente in tante condizioni patologiche e che serve per segnalare al paziente e al medico che qualcosa non va nell’organismo, dal “dolore malattia” che è invece quel dolore che persiste oltre il processo patologico e che ha dunque esaurito la sua funzione di campanello di allarme; è come se in una casa, l’allarme di sicurezza fosse difettoso e continuasse a suonare segnalando un’intrusione quando questa è già stata affrontata. Viene anche definito “dolore persistente”, ovvero che si attua quando la sensazione dolorosa dura oltre il normale corso del processo patologico.
Il dolore neuropatico è un dolore che ha origine nel sistema nervoso ed è definibile come “dolore conseguente a una lesione o alterazione del sistema nervoso centrale o periferico”. Spesso i pazienti che ne soffrono parlano di sensazioni sgradevoli come parestesie e descrivono il dolore come una scossa elettrica, con bruciore, formicolii, crampi. Le principali manifestazioni cliniche sono: radicolopatie, neuropatie diabetiche, nevralgie trigeminali, nevralgie posterpetiche, dolori da arto fantasma.
In linea di massima si: gli analgesici oppiacei hanno effetti collaterali variabili da paziente a paziente e la terapia va quindi personalizzata. Per quanto riguarda la guida di veicoli o l’uso di macchinari, può essere utile attendere qualche giorno per valutare lo stato di vigilanza e la stabilizzazione della posologia.
Alcuni studi scientifici sembrano confermare che nei trattamenti a lungo termine gli oppiacei non interferiscano significativamente sullo stato di vigilanza; altri studi evidenziano il rischio di uso compulsivo e fenomeno di dipendenza.
La terapia con oppiacei può essere continuata a tempo indefinito ma sempre sotto attento controllo medico. E’ comunque prioritario tenere sotto controllo il dolore per raggiungere o mantenere una qualità di vita soddisfacente, perché questa a sua volta è un fattore che migliora la prognosi.
Il dolore persistente e/o cronico è una malattia complessa, in cui il principale indicatore è proprio il dolore, ovvero quella sensazione percepita dal paziente e che nessun “termometro” può misurare oggettivamente.
Però attraverso alcuni esami clinici si possono ottenere informazioni sull’origine del sintomo e sulle strutture nervose interessate. Oltre alle indagini comuni (esami di laboratorio, radiografie, scintigrafie, ecografie, TAC, RMN, ecc) possono essere indicate anche indagini neurofisiologiche come l’elettromiografia, i potenziali evocati, la teletermometria che esaminano la funzionalità dei nervi e dei muscoli.
Certo, è molto importante che Lei annoti l’intensità del dolore, le sue variazioni durante la giornata e durante il riposo o il movimento.
Questo aiuta Lei a prestare maggiore attenzione ai fattori che modificano la percezione del dolore e sarà quindi più facile per l’equipe misurare la Sua risposta ai trattamenti e definire il percorso terapeutico.
Sono due fenomeni molto diversi; una cosa è la droga, un’altra è il controllo del dolore. Mentre per la droga lo stimolo indotto è del tipo “piacere”, nel caso del farmaco lo stimolo è quello del controllo del dolore, e questo riduce sensibilmente il rischio di sviluppare una dipendenza psicologica, quella che può portare ad un comportamento di abuso di sostanze.
La dipendenza psicologica ha una frequenza molto bassa: in due studi condotti su 11.882 e 24.000 pazienti, solo rispettivamente 4 e 7 pazienti hanno presentato dipendenza psicologica. (Portenoy, 1996; Moulin, 1996; Inturrisi, 2002). Il medico può evitare la dipendenza fisica, che si evidenzia con segni di astinenza, attraverso la riduzione scalare del dosaggio del farmaco. Per i dolori severi gli oppiacei sono oggi il farmaco di prima scelta, perché a dosi terapeutiche, dunque ridotte, riducono la percezione del dolore e presentano minori effetti collaterali.
La morfina e tutti i derivati dell’oppio utilizzati nella terapia del dolore sono chiamati anche oppioidi, oppiacei, narcotici o analgesici stupefacenti, e rappresentano un prezioso supporto nella terapia del dolore acuto, persistente e cronico di una certa intensità. Essi hanno una struttura molto simile a dei composti prodotti naturalmente dal nostro organismo, le endorfine, ecco perché sono in grado di modulare le funzioni dei neuroni responsabili del dolore.
Queste sostanze, utilizzate a dosi terapeutiche e quindi generalmente molto ridotte, riescono a ridurre la percezione del dolore senza interferire sulle altre funzioni del sistema nervoso centrale, come l’attenzione, la coscienza e la memoria.
Gli effetti indesiderati degli oppioidi sono sonnolenza, nausea, vomito e stipsi, ma tendono a scomparire dopo qualche giorno dall’inizio della terapia e possono comunque essere contrastati con farmaci sintomatici come antiemetici e lassativi.
Non esiste oggi uno strumento specifico, un “termometro” del dolore.
Ecco perché l’equipe è così attenta alla descrizione che il paziente fa del dolore e a come si modifica nel tempo.
La valutazione del dolore chiamata “multidimensionale”, che nella nostra equipe è effettuata dallo psicologo, è un momento molto importante del percorso terapeutico, poiché attraverso l’ausilio dei questionari, delle scale di misurazione e dei colloqui permette di definire insieme a Lei l’intensità e la qualità del dolore e verificare nel tempo l’efficacia del trattamento.
No, è un comportamento sbagliato perché l’antidolorifico è più efficace se assunto precocemente e non deve combattere un dolore già al suo massimo. E’ bene perciò assumere i farmaci agli orari prestabiliti e secondo le raccomandazioni del medico.
FAQ medicina del dolore
Per una qualsiasi terapia con uno dei nostri medici è necessario effettuare una prima visita, allo scopo di procedere con una valutazione clinica approfondita. Gli specialisti della nostra equipe non eseguono terapie prescritte da altri medici.
Dopo una prima visita è possibile mettersi in contatto con il medico attraverso la segreteria generale di Medicina del Dolore, allo 0541 1520505, specificando il motivo della chiamata e il numero di telefono al quale essere ricontattati. Il medico provvederà a richiamare il paziente il prima possibile.
Le terapie in regime di ricovero si svolgono in convenzione presso la Casa di Cura Santa Maria Maddalena (Occhiobello, provincia di Rovigo) o in libera professione presso l’Ospedale Privato Accreditato Villa Laura di Bologna.
No, gli specialisti algologi dell’equipe si occupano di tutte le patologie dolorose, siano esse acute o croniche.
I farmaci utilizzati per le infiltrazioni sono cortisonici, anestetico locale, acido ialuronico e ozono, e vengono forniti direttamente dallo specialista.
No, i nostri specialisti non effettuano visite o procedure terapeutiche a domicilio.
Si, ma sempre e solo dopo una valutazione clinica dei nostri specialisti.
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