Il dolore alla scapola è un sintomo estremamente comune indipendentemente dall’età, dal genere e dalle attività praticate.
Essendo la scapola un osso piuttosto ampio del nostro corpo e, allo stesso tempo, essendo la sede di inserzione (attaccamento) di numerosi muscoli, legamenti e tendini, le cause di dolore in questa zona anatomica, come vedremo, sono numerose e spaziano da patologie di minima entità fino a quadri più severi.
Per questi motivi, lo scopo di questo articolo è quello di approfondire le cause, i sintomi e quali sono i professionisti da contattare in caso di dolore alla scapola per intraprendere un appropriato percorso di cura.
Dolore alla scapola destra o sinistra: cause
Le cause di dolore alla scapola sono numerose. Tra le principali ricordiamo quelle:
- Muscoloscheletriche;
- Reumatologiche;
- Polmonari;
- Cardiache;
- Infettive;
- Tumorali;
- Neurologiche.
Fortunatamente, la maggior parte delle cause di dolore alla scapola sono di tipo muscoloscheletrico, ovvero quelle che comprendono problematiche a carico dei muscoli, delle articolazioni, dei legamenti e dell’osso stesso.
Nello specifico, la sensazione di bruciore, i fastidi, la contrattura, le fitte o i dolori alla scapola sono solitamente conseguenza di problematiche a carico dei muscoli che la circondano o dei loro tendini (le “corde” attraverso le quali i muscoli stessi si “agganciano” all’osso).

Tra i muscoli principalmente coinvolti nelle problematiche scapolari ricordiamo:
- L’elevatore della scapola;
- Il trapezio superiore;
- Il trapezio inferiore;
- Il trapezio medio;
- I romboidi;
- Il sovraspinato o sovraspinoso;
- L’infraspinato o sottospinato;
- Il gran dorsale;
- Il piccolo e il grande rotondo;
- Il deltoide;
- Gli erettori spinali.
A ragion del vero, diversi trigger point o tender point (punti di tensione muscolare) riferiscono dolore proprio nella zona della scapola.
Tuttavia, anche problematiche a carico della zona cervicale (come la cervicalgia, l’ernia cervicale o la stenosi cervicale) o della spalla (come la tendinopatia della cuffia dei rotatori) possono riferire dolore alla scapola.
In ultimo, ma di certo non per importanza, anche la rigidità dorsale o il dolore che origina dalla colonna vertebrale toracica (compresa tra quella cervicale e quella lombare) può dare origine a sintomi, fastidi o fitte a livello della scapola.
In tutti gli altri casi di competenza esclusivamente di tipo medico, come le patologie neurologiche o di tipo infettivo, è assolutamente necessario eseguire, oltre alla visita medico-specialista, anche opportuni esami strumentali o altri approfondimenti diagnostici sulla base delle prescrizioni o delle raccomandazioni del medico.
In linea generale, il dolore alla scapola che non ha cause riconducibili a patologie muscoloscheletriche si manifesta con:
- Dolore notturno (costante, di medio-bassa intensità e che non si modifica in alcun modo con il movimento – a differenza del dolore conseguente a irritazioni delle radici nervose come nell’erniazione discale che generano dolore molto intenso associato a bruciore, formicolio, sensazione di scossa elettrica);
- Perdita di peso;
- Fatica o stanchezza eccessiva;
- Febbre;
- Segni e sintomi costituzionali generali (sudorazione, irritabilità, prurito, inappetenza);
- Dispnea o alterazione dei parametri vitali;
- Dolore al petto e alla scapola – nello specifico dolore costante, oppressivo e intenso a livello del petto e, insieme, alla scapola.
A chi rivolgersi in caso di dolore alla scapola?
I professionisti a cui rivolgersi in caso di dolore alla scapola rientrano nelle professioni sanitarie (come il fisioterapista) o il personale medico (medico di medicina generale o medici specialisti).
Nel caso in cui il paziente si rivolga al fisioterapista specializzato in ambito muscoloscheletrico come primo consulto, sarà indispensabile analizzare nello specifico i sintomi associati al dolore alla scapola per escludere che il quadro clinico possa essere, anche solo momentaneamente di competenza medica.
Qualora invece il paziente si rivolga come primo professionista al medico di medicina generale o allo specialista, quest’ultimo formulerà una diagnosi e 1) proporrà degli approfondimento diagnostici di primo o secondo livello e/o 2) indirizzerà il paziente verso la riabilitazione insieme al fisioterapista specializzato e/o 3) prescriverà la terapia più indicata per il caso specifico (come quella farmacologica).